Vite di Santi, fatti, leggende, credenze e devozioni, che affiorano alla memoria dinanzi alla straordinaria galleria di stele di soggetto sacro realizzate da Anna Maria Di Terlizzi; stele dinanzi alle quali, più che ricercare puntigliosamente precisi riferimenti critici (che pur ci sono, e numerosi), sembra più opportuno lasciarsi trasportare dall’emozione, cedendo all’attrazione quasi ipnotica che esse esercitano sul riguardante.
Clara Gelao
L’arte di Anna Maria Di Terlizzi è intrisa di cultura millenaria. Suggestioni provenienti dal fecondo suolo pugliese si intersecano con respiri mediterranei, aneliti africani e memorie orientali, trasformandosi magicamente in oggetti tridimensionali. Le sue opere raccontano la vita e la storia dell’uomo; le curve morbide e ammiccanti delle donne; la Preistoria, il Medioevo e la contemporaneità, attraverso bronzi, resine, collage, metalli preziosi e pietre dure. L’artista, già docente di discipline plastiche presso l’Istituto Statale d’Arte di Bari, vive e lavora a Bari. Alcune sue sculture in bronzo si possono ammirare a Bari nella Basilica di San Nicola, nelle chiese di Sant’Enrico, Santa Croce, San Rocco, nella Cattedrale di Grumo e, a Roma, nel Monastero di San Sisto. Per istituzioni pubbliche ha realizzato il busto di Giuseppe Di Vittorio, esposto a Gravina, quello del maestro Capaldi, fondatore del Conservatorio di musica di Bari, e bassorilievi per la Baia San Giorgio e il Porto di Bari.
Nelle opere di Anna Maria Di Terlizzi sembra che il mito fondativo delle cose continui ad essere parte organica del resto del mondo; che continui a vivere indistinto dal mito della nascita delle anime, come ad affermare che le vichiane età del senso e l’età degli eroi non si siano mai del tutto concluse, che non siano addirittura superabili.