Nicola Lofoco, giornalista pubblicista e blogger. Si è laureato in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Bari con una tesi sul caso Moro. Dopo aver approfondito l’intera vicenda per quindici anni e aver consultato la documentazione processuale presente presso la Corte d’Assise di Roma ha deciso di pubblicare questo libro, risultato delle sue ricerche. Ha collaborato con diverse testate radiofoniche e televisive locali, ha scritto per il «Riformista» e la «Rinascita» e per numerose testate giornalistiche on line dove si è occupato di politica estera e storia contemporanea.
Pagine: 152
Il caso Moro. Misteri e segreti svelati
€14,00
Lofoco fa un’operazione straordinaria in questo paese in cui tutti sono investigatori, scrittori di gialli e, ovviamente, allenatori di calcio: mette insieme i fatti, analizza tutti i sospetti e cerca per ciascuno di essi la conferma o la smentita. E trova smentite.
Peppino Caldarola
Il libro che Nicola Lofoco ha scritto, dopo un decennio di lavoro accurato, ha il pregio di dire la sua con franchezza straordinaria andando assolutamente controcorrente. Lofoco non crede al complotto, al Grande Vecchio, all’omicidio per commissione, alla manina, o manona, straniera che ha armato le Brigate Rosse. Lofoco fa un’operazione straordinaria in questo paese in cui tutti sono investigatori, scrittori di gialli e, ovviamente, allenatori di calcio: mette insieme i fatti, analizza tutti i sospetti e cerca per ciascuno di essi la conferma o la smentita. E trova smentite. Leggerete e ve ne farete un’opinione. Io che pure leggo sempre con passione tutte le ricostruzioni dietrologiche alla ricerca di spunti che mi aiutino a spiegare l’enormità di certi eventi, sono dello stesso parere di Nicola Lofoco. Al netto dei “buchi neri” sul caso Moro, dei limiti delle indagini, delle ambiguità di tanti protagonisti, non toglierei all’attore principale, l’organizzazione politico-militare di sinistra denominata Brigate Rosse, l’intera responsabilità del più orrendo delitto politico che per tanti italiani ebbe la valenza di un vero colpo di Stato.
dalla prefazione di Peppino Caldarola