Cosa diventa un libro se un artista lo assume come interlocutore con cui confrontarsi, in cui specchiarsi, tramite cui raccontarsi? Può diventare un amico, un complice, un confidente oppure un alter ego, oggetto di attenzioni e manipolazioni, lo spazio su cui lasciare tracce e segni, disegnare figure, superficie su cui far aderire materiali, oscuro oggetto del desiderio, da occultare: legandolo, cucendolo, ingabbiandolo. L’incontro con lo spazio bianco di una pagina è sempre un viaggio verso l’ignoto, quello tra due autori è un viaggio attraverso universi poetici, linguaggi, modi di stare al mondo o sulla soglia dell’infinito. Una sfida o la parte inevitabile del vivere? Svariate le tecniche e i materiali adoperati: tempera, acquerello, foto digitale, disegno, inchiostro, cera, olio, ma c’è anche molto filo e cucito e stoffe che vestono le pagine, vetri che le frantumano, reti che le coprono fino a trasformare il libro in una reliquia, un pretesto, un punto di fuga. Ed è in questi casi estremi che l’intervento si pone come l’inizio di un evento. Lo spazio del libro diventa campo per la messa in scena di performance visive e tattili.
Anna D’Elia.
Agata Altavilla, vive e lavora a Matera dove è Direttore del Museo d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata, da lei progettato e ordinato. Dal 2005 svolge funzioni di Reggente della Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico della Basilicata. Ha pubblicato diversi saggi e articoli scientifici, nonché curato cataloghi di mostre e pubblicazioni.
Michele Saponaro è responsabile dell’Ufficio Stampa e della Comunicazione Istituzionale della Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico della Basilicata, con sede a Matera, dove lavora dal 1980. Ha ricoperto diversi incarichi, tra cui il coordinamento di campagne di catalogazione del patrimonio storico-artistico della Basilicata. Docente in corsi di formazione per operatori in beni culturali, ha curato diverse pubblicazioni.