Alessandra Colucci, Giornalista professionista, è redattore del quotidiano «EPolis Bari».
Negli anni ha scritto per i quotidiani «Roma», «La Gazzetta del Mezzogiorno», «Nuovo quotidiano di Puglia», «Leggo», occupandosi anche di uffici stampa.
È una degli autori del libro Bari, la cultura nella piazza mediterranea (Edizioni del Roma) e ha firmato le note di cronaca dei volumi Siamo da serie A e A Fitto il paradiso (Mario Adda Editore).
Nel tempo libero coltiva le sue principali passioni: il make-up, la Val Pusteria, lo shopping e Colin Farrell.
Sa cucinare alla perfezione i canederli, ma va nel panico se deve friggere un uovo.
Stima infinitamente le donne che sanno camminare sui tacchi.
L’anno scorso andava il rosso
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Siamo il popolo del «vabbè, ma che c’entra», quello che vale sempre per gli altri e mai per noi, quelli pronti a castigare, catechizzare, censurare i comportamenti altrui e mai i nostri, qualunquisti fino all’eccesso, ma, sia ben chiaro, Laqualunque non siamo mai noi.
Cosa può legare la tradizione del matrimonio barese alla nascita della principessa Charlotte d’Inghilterra? Niente o, forse, molto più di quanto si possa credere.
Entrambe sono parte di una società ogni giorno più globalizzata, in cui i social e la tecnologia la fanno da padroni eppure nella quale non si smette di sognare il grande amore o, più banalmente, di andare a comprare un vasetto di verdure sott’olio in una masseria pugliese (con il “rischio” di finire sul set di un film), chiedendosi come possa essere che Kate Middleton sia in forma già il giorno dopo aver partorito.
Dalla sfida alla contestazioni sulla Nutella della first lady Agnese Renzi alle ansie provocate da una professoressa di francese particolarmente severa, passando per il moderno dilemma sulla declinazione dei nomi comuni al femminile e sulla ricerca dell’anima gemella, L’anno scorso andava il rosso è uno “zibaldone” contemporaneo sullo stare al mondo, scritto in chiave ironica, con uno sguardo perennemente indeciso tra cinismo e romanticismo.
Un manuale per sopravvivere alle liturgie di San Valentino, per lottare contro la seduzione dei carboidrati, per non arrendersi all’età che avanza.
Un libro divertente per non dimenticare che ridere, a conti fatti, è una cosa maledettamente seria.