Piero Rossi nasce a Bari quasi cinquant’anni fa e non scrive un rigo che non sia la letterina a Babbo Natale, un tema, un testo di comunicazione istituzionale o una pallosa pubblicazione (sedicente) scientifica, per almeno quarantacinque anni. Poi pubblica Cape Guastate e si incoraggia – visto il risultato e il diffuso apprezzamento, entrambi lusinghieri – fino al punto di sentirsi autorizzato a pubblicare quest’altro romanzo. È criminologo, non fa più l’avvocato, ha una compagna e due bambini. Li adora tutti e tre, riadorato, presume. Le cose più rilevanti che fa sono, in ordine sparso: garantire i diritti delle persone limitate nella libertà, in Puglia; promuovere la cultura della cooperazione, in provincia di Bari e nella Bat; inserire lavorativamente soggetti svantaggiati, in Terra di Bari. È anche consigliere della Camera di Commercio di Bari. Scriverà ancora, ma su argomenti riguardo ai quali ritiene di avere cose da raccontare.
Due tre croci sopra. Romanzo sui percolati della politica con la p invisibile
€14,00
«Quando si parla di politica, si riflette, perlopiù, sui massimi sistemi e quando si approfondisce sugli aspetti deleteri, allora si fa riferimento a grandi scandali e a orribili nefandezze. Magari altre piccolezze, certe meschinità si sanno e non si dicono e, invece, temo proprio che si debba trovare il tempo e la voglia per scoperchiare i piccoli ma fastidiosi vasi del malcostume, quello pernicioso. Non si tratta mica di coraggio: è più funzionale averci lo stomaco. Del resto si sa: magari muori di malaria per la puntura di una zanzara e sopravvivi al morso di una tigre…».