Il protocollo di Teodoro

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Quando un uomo si innalza da una vita di inconsapevole dannazione verso la sublimità del Male, trova una redenzione, agognata e inconfessata.
È la storia del miserabile Teodoro Greco che diventa l’onnipotente Lilith, la cui gloria passa attraverso il sacrificio di quindici donne.
Denigrato ed emarginato da una società che troppo facilmente deride i più deboli, alienato da un lavoro in fabbrica che ha spento tutte le motivazioni che avevano dato speranza alla sua giovinezza, l’operaio tarantino si chiude in una solitudine silenziosa e innocua. Fino a quando un nome, un esempio di forza malefica, sveglia in lui la voglia di uscire dal bozzolo del suo insulso anonimato esistenziale: Donato Bilancia.
La vicenda del serial killer lo interessa al punto che il giovane Teodoro pensa di emulare quella scelta di vita fatta di morte e violenza per riscattare se stesso attraverso una graduale trasformazione che lo allontana dall’umano e lo conduce verso i varchi di un’inedita demoniaca esistenza.
L’evoluzione è segnata da un’attenta ricerca del nuovo se stesso che, consapevolmente, raggiunge il nobile traguardo della potenza maligna.
Teodoro e Lilith, l’uomo e il demone, devono convivere portando avanti una sfida che impone l’incontro e lo scontro con un nemico che fa vacillare la certezza trionfante del Male: una donna.
Pagina dopo pagina, seguendo e ascoltando l’unica voce narrante del protagonista, entriamo nella mente e nei pensieri di un uomo che, con agghiacciante lucidità, compie delitti efferati, diventandone noi stessi complici.
Nostro malgrado.

 

Il protocollo di Teodoro

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