In quella stagione ascoltò il vagito della vita al suo rinascere e il canto degli uccelli tra le chiome dei platani, s’inebriò poi dell’estate, quando l’amore ha il sapore di una fetta di anguria piacevolmente fredda.
«Prima di digitare l’ultima cifra riagganciava e tornava a smontare motori imbevuti di un orgoglio che gli impediva di compiere il primo passo. Sapeva dell’errore commesso, ma il timore che Sonia potesse non perdonarlo lo costringeva a rinchiudersi in se stesso e a giustificarsi».
L’amore mal si concilia con l’orgoglio, specie se esso nasce da un errore e si alimenta con il silenzio.
La storia d’amore tra i diciottenni Lorenzo e Sonia, due giovani baciati dal sole di un’affascinante Monopoli sul finire degli anni Sessanta, può condensarsi in queste poche parole.
La vita dei due innamorati è costellata da episodi che avrebbero potuto essere, ma non sono stati, per crudeli scherzi del destino, come nella favola mitologia di Piramo e Tisbe che la protagonista Sonia racconta nel primo incontro con Lorenzo.
Il caso sembra giocare con gli eventi, tessere una trama in cui l’amore si intreccia con l’odio, con i fallimenti individuali, il perdono e la redenzione, alla ricerca di un riscatto che possa scrivere un finale diverso.
In questo romanzo ritroviamo amori e vite rovinate da parole non dette, da equivoci che ne ingigantiscono gli effetti e dall’invidia della felicità altrui che rispecchia, deformata, la miseria della propria esistenza.