Il nome, il luogo e le date di nascita e di morte, i soli riferimenti in suo possesso, sono quelli di Berthold Uhlfelder, avvocato ebreo e consigliere di Corte di Appello di Berlino, originario di Norimberga che, con la sua famiglia, fugge dalla Germania nazificata per rifugiarsi a Bari nel 1936 e che, invece, cade vittima delle famigerate leggi razziali che il fascismo, ad imitazione del partner nazista, emana nel 1938, finendo per essere internato con la moglie Helene per circa quattro anni in uno sperduto paesino dell’Abruzzo.
L’autore, attraverso una sistematica ricerca effettuata presso gli archivi di Roma, l’Aquila come pure presso quelli tedeschi di Norimberga e Monaco di Baviera e, non ultimo, quelli statunitensi del YIVO, ricostruisce la storia di questa storica famiglia ebrea tedesca a Bari, una storia di ansie, paure, privazioni e umiliazioni, ma anche una storia di profondi sentimenti che emergono prorompenti da una poesia che Berthold, prima di morire nella “terra sconosciuta” che è per lui l’Italia, dedica alla sua Helene e che rappresenta un vero e proprio manifesto della tragedia degli ebrei di tutta Europa negli anni della persecuzione nazifascista.
Pasquale B. Trizio (Bari, 1951) è uno studioso di storia moderna e contemporanea che si occupa da tempo della diffusione della cultura del mare nella sua Città. Alle numerose pubblicazioni storiche riguardanti il suo campo di ricerca, la storia del commercio marittimo e della navigazione, ha fatto seguito la ricostruzione delle vicende di una prestigiosa famiglia ebraica berlinese originaria di Norimberga che si trasferisce a Bari e che è vittima della persecuzione nazifascista e la cui storia è rimasta sepolta per oltre settant’anni dietro una lapide di marmo del cimitero di Bari. Collabora inoltre con riviste specialistiche ed è membro della World Ship Society.