Certo che sarebbe stato sicuramente felicissimo Piripicchio di avere oggi un libro dedicato a lui e dei pref/attori che lo ricordano così bene. Se negli anni ’50 ci fosse stata la TV sono sicuro che Piripicchio avrebbe avuto il suo spazio. Non so spiegare l’ansia che mi prendeva quando sapevo che stava per arrivare a Canosa. Addirittura un mio caro amico, Gino, riusciva a sapere i suoi spostamenti ad Andria, Spinazzola, Minervino e mi avvertiva in anticipo. Io avevo nei suoi riguardi un’ammirazione immensa. Ogni volta che lo vedevo cercavo di assorbire, studiare e codificare ci. che faceva.
Lino Banfi
Michele Genovese, in arte “Piripicchio” nacque nella città di Barletta nel 1907 e visse con quel poco che gli spettatori alle sue esibizioni lasciavano generosamente nel suo cappello. Era il Charlie Chaplin pugliese, una maschera irresistibile a cui bastava una bombetta nera calzata in testa, un paio di baffetti e un bastone sottile che accompagnava con gesti allusivi le sue battute. Con la sua morte, sopraggiunta nel 1980, la tradizione dell’avanspettacolo povero ha perso il suo ultimo testimone.
Angelo Saponara è nato a Lagosta (Jugoslavia), nel 1934; vive a Modugno (Bari) e ha operato e opera in Europa e in particolare in Puglia come etnofotografo. La sua cinquantennale attività è stata completamente dedicata alla documentazione e valorizzazione, attraverso il mezzo fotografico della cultura popolare. I suoi lavori sono ospitati nell’ambito di musei e rassegne, nazionali ed estere, mentre alcune sue ricerche vengono utilizzate da noti studiosi di etno-antropologia come supporto iconografico per pubblicazioni di carattere scientifico