Mentre piangeva sola su quelle scale, pensava che lei avrebbe fatto di tutto per lui, sarebbe stata capace di grandi sfide e di violente battaglie, mentre lui non riusciva a fare nulla per lei.
Era quello che la rattristava di più, il peso diverso dell’amore.
Un maggio poco assolato. La telefonata giunge mentre Libera è in ufficio: sua madre Luigia è morta. Il ritorno al paese natìo non può essere più triste. La donna vi giunge con il marito e con la figlia Monica. I luoghi sono quelli del Sud Italia, ma non sono paesaggi geografici, sono mappe dell’anima e ambienti umani. Dopo il funerale Monica, quasi per caso, ritrova una vecchia scritta incisa nella pietra e così inizia un viaggio nel passato che le svela ciò che sua madre non le ha mai rivelato. Monica mette in ordine i tasselli della vita della nonna e contemporaneamente fa luce su se stessa in un continuo scambio d’identità allo specchio. Passato e presente s’intrecciano in un gioco di appartenenza reciproco.
La verità non è mai compiuta, la si incontra e la si definisce strada facendo… non è a disposizione, bisogna disporsi verso di essa e Monica scopre che occorre imparare a leggere la vita e che l’amore trascina gli uomini più di quanto essi non lo guidino.
Luigia, Libera e Monica, tre donne, tre generazioni, tre storie diverse che si appartengono. Solo il disvelamento del passato potrà avvicinare nella loro autenticità madre e figlia.
Dove inizia il presente? Dove si radica, da dove proviene? E infine dove finisce?
La donna giusta è un romanzo che racconta il bisogno d’amore, i modi per pervenire a quest’esito, il coraggio di chi decide di vivere i sentimenti al di là di ogni convenzione, le meschinità degli esseri umani, la difficoltà a esprimere le emozioni, la ricerca dell’identità attraverso la conoscenza delle proprie radici e tutte le complesse esperienze umane: la gioia, il dolore, la speranza, l’ubbidienza e la trasgressione.